“Cosa significa?” ha detto Astrid. “Un tempo neanche noi sapevamo che giorno era, di solito.” “Adesso però lo sappiamo, di solito” ho detto. “Non so se è una gran conquista” ha detto lei.
Passavo tra le ragazze e le donne incantate nell’osservazione di gonne e cinture e minuscole mutandine, raccoglievo sguardi in movimento, facce, braccia, sederi, gambe, colori e consistenze di capelli, e mi immaginavo per un istante una vita con ognuna di loro, totalmente diversa dalla vita con Astrid.
come la vera natura di ognuno tende a ristabilirsi indipendentemente dal luogo, più forte di qualunque scelta o dichiarazione d’intenti.
È quello che succede in qualunque luogo si viva: ti ritagli una porzione di paesaggio, giorno dopo giorno coltivi la sua familiarità.
Credo che ci sia più d’una affinità tra tessere una stoffa e scrivere una storia: in entrambi i casi si tratta di scegliere colori, intrecciare fili in una trama, inseguire un disegno che si traduce in una dimensione leggibile dagli altri.
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